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Madonna delle Ghiaie di Bonate

A Ghiaie, frazione del Comune di Bonate Sopra, in provincia di Bergamo, nella Diocesi di Bergamo, un ciclo di apparizioni mariane sarebbe avvenuto dal 13 maggio al 21 maggio del 1944 e dal 28 maggio al 31 maggio dello stesso anno. Le apparizioni furono in tutto tredici. La veggente era una bambina di 7 anni, Adelaide Roncalli, residente in località Il Torchio, nella frazione Ghiaie.

La piccola veggente asserì di aver avuto visioni della Madonna, della Santa Famiglia e di angioletti. Il ciclo delle apparizioni è documentato da una ricca bibliografia, da numerose testimonianze scritte, da materiale fotografico e da un filmato girato dal cineoperatore Vittorio Villa il 31 maggio 1944.

Sulle apparizioni vige ancora il decreto vescovile del 18 aprile del 1948, emesso dal vescovo di Bergamo, Adriano Bernareggi, con il quale l'autorità ecclesiastica sospese ogni giudizio sulla "soprannaturalità".

Il luogo è a tutt'oggi meta di pellegrinaggi, che non sono osteggiati dalla Curia bergamasca. Il 13 maggio 2010, a est della cappella costruita dalla Diocesi di Bergamo nel 1945, è stato aperto un "giardino di preghiera", che ospita un trittico della Santa Famiglia, ad opera della Fraternità missionaria laica della Santa Croce, di Sanremo.

Le tredici apparizioni

Secondo quanto annotato nel suo diario, il 13 maggio, giorno della prima apparizione, Adelaide era andata a cogliere fiori per la Madonna, quando all'improvviso vide un puntino luminoso scendere dall'alto: mentre scendeva si ingrandì progressivamente, lasciando vedere la Madonna con Gesù Bambino in braccio e San Giuseppe a fianco, avvolti da tre ovali di luce. Maria le avrebbe detto di non aver paura, esortandola a essere "buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo" e invitandola a tornare, prima di scomparire allontanandosi senza voltarle le spalle.

Il diario prosegue con il racconto della seconda apparizione, che sarebbe avvenuta domenica 14 maggio, preannunciata da due colombi bianchi: la Madonna le avrebbe predetto che sarebbe divenuta suora Sacramentina, e che avrebbe sofferto molto prima di raggiungerla in Paradiso.

Lunedì 15 maggio Maria, rispondendo a domande rivoltele dalla gente tramite Adelaide, avrebbe risposto: "Dì loro che se vogliono i figli guariti devono fare penitenza, pregare molto ed evitare certi peccati. Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni”.

Martedì 16 maggio la Madonna le avrebbe confidato un segreto: "Dì al Vescovo e al Papa il segreto che ti confido … ti raccomando di eseguire quanto ti dico, ma non dirlo a nessun altro”.

Mercoledì 17 maggio la piccola avrebbe chiesto un segno per "soddisfare il desiderio della gente", e Maria avrebbe risposto: "Verrà anche quello a suo tempo. Prega per i poveri peccatori che hanno bisogno della preghiera dei bambini”.

Nel messaggio di giovedì 18 maggio la Madonna, oltre a chiedere "Preghiera e penitenza", avrebbe detto: "Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore".

Venerdì 19 maggio: "...Molti si convertiranno ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa...Medita queste parole ogni giorno della tua vita, fatti coraggio in tutte le pene. Mi rivedrai nell'ora della tua morte, ti terrò sotto il mio manto e ti porterò in cielo".

Sabato 20 maggio: "Domani sarà l'ultima volta che ti parlo poi per sette giorni ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Cerca di capirlo bene perché fatta più grandicella ti servirà molto se vorrai essere tutta mia. Dopo questi sette giorni ritornerò ancora quattro volte."

Domenica 21 maggio ci sarebbe stata un'apparizione silenziosa con l'aggiunta di elementi simbolici.

Domenica 28 maggio un nuovo messaggio: "Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio cuore perché non pensano alla morte. Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano alla sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire". La Madonna aveva tra le mani "due piccioni scuri che simboleggiano l'unione che devono avere i coniugi per formare sante famiglie", annotò Adelaide.

Lunedì 29 maggio: "Gli ammalati che vogliono guarire devono avere maggior fiducia e santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il Paradiso. Se non faranno questo, non avranno premio e saranno severamente castigati. Spero che tutti quelli che conosceranno la mia parola faranno ogni sforzo per meritarsi il Paradiso. Quelli che soffriranno senza lamento otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno. Prega molto per coloro che hanno l'anima ammalata; il figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro".

Martedì 30 maggio: "Cara bambina, tu sei tutta mia, ma pur essendo cara al mio cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore. Mi rivedrai nell'ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in cielo. Con te prenderò pure quelli che ti comprendono e soffrono".

La tredicesima e ultima apparizione sarebbe avvenuta mercoledì 31 maggio 1944: "Cara figliola, mi spiace doverti lasciare, ma la mia ora è passata, non sgomentarti se per un po' non mi vedrai. Pensa a quello che t'ho detto; nell'ora della tua morte verrò ancora. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire. Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà intercederò presso mio Figlio. Sarò la tua ricompensa se il tuo martirio sarà allegro. Queste mie parole ti saranno di conforto nella prova. Sopporta tutto con pazienza, che verrai con me in Paradiso. Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in Paradiso se prima non avranno riparato e si saranno pentiti profondamente. Sta allegra che ci rivedremo ancora, piccola martire”. Adelaide annotò: "Sentii un dolce e soave bacio posarsi sulla mia fronte, poi come le altre sere scomparve".

In seguito la bambina fu relegata in vari conventi della provincia bergamasca e sottoposta all'analisi ed allo studio di un giovane sacerdote, vicino agli ambienti repubblichini, professore del Seminario di Bergamo: don Luigi Cortesi. Il sacerdote, dopo molti mesi di pressioni e sevizie psicologiche, riuscì a strappare alla piccola veggente l'abiura scritta del fatto.

Per tale motivo, queste apparizioni non furono riconosciute dalla Chiesa di Bergamo: ad oggi è ancora in vigore il decreto vescovile del 18 aprile 1948, firmato dal vescovo Adriano Bernareggi, che emette un giudizio sospensivo: "non consta della soprannaturalità". I vescovi che si sono succeduti a capo della Diocesi di Bergamo (monsignor Giuseppe Piazzi, monsignor Clemente Gaddi, monsignor Giulio Oggioni e monsignor Roberto Amadei) hanno sempre ribadito la validità del decreto del loro predecessore. L'attuale vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, in carica dal 15 marzo 2009, non si è ancora espresso ufficialmente sulla questione Ghiaie.

La Cappella

Sul luogo, dal 1945, è presente una cappella, eretta dalla Curia di Bergamo nel maggio del 1944. Nel 1945, la stessa Curia fece redigere anche un progetto che prevedeva la costruzione di un piccolo santuario, che tuttavia rimase sulla carta. La cappella, ai primi di giugno del 1947, fu oggetto di una spoliazione, a seguito di un decreto vescovile, che ordinava di eliminare dal sacro edificio ogni oggetto sacro inerente alla Madonna delle Ghiaie. In seguito la cappella, di proprietà della Diocesi di Bergamo, fu di nuovo adornata con oggetti sacri, ed è meta incessante di pellegrinaggi.

Il Processo

Il decreto di spoliazione arrivò al termine di un processo durato sei sedute, dal 21 maggio al 7 giugno 1947, durante il quale un consesso composto da esponenti del clero locale e presieduto da monsignor Merati, canonico della Cattedrale di Bergamo, interrogò la bambina Adelaide Roncalli, la quale negò di aver avuto apparizione alcuna. Uno studio compiuto di recente dal professor Alberto Lombardoni di Bergamo e dallo scrittore lecchese Giuseppe Arnaboldi Riva, studiando a fondo i verbali del processo, ha rilevato particolari inediti sulla conduzione dello stesso, mettendone in dubbio la validità in termini canonici. La bambina fu tra l'altro fatta giurare sebbene minorenne e il suo "difensore", il prelato lodigiano monsignor Angelo Bramini, nominato dal vescovo Bernareggi, non prese mai parte alle sedute del processo stesso.

Il "miracolo del sole"

Si manifestò il miracolo del sole come a Fatima: un fenomeno documentato sia sui quotidiani dell'epoca sia da numerose testimonianze scritte coeve. Rispetto a quello ben più noto di Fatima, il cosiddetto "fenomeno solare" di Ghiaie si manifestò ben sei volte e fu visto anche da testimoni presenti in luoghi diversi rispetto a quello delle apparizioni, in località Il Torchio, a Ghiaie di Bonate.

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